Dopo l’esaltante vittoria con la Juve Stabia, il Palermo è chiamato subito alla prova del nove nel difficile campo di Foggia. I Satanelli, reduci dal pareggio esterno con il Messina, cercheranno tra le mura amiche una vittoria che manca ormai da sette giornate consecutive.
Domani la gara tra Foggia e Palermo sarà anche la sfida tra due tecnici che più degli altri possono vantare più panchine in tutta la serie C.
“Zeman ha fatto la storia del calcio in Italia, lungi da me pensare di essere al suo livello – ha affermato Baldini durante la consueta conferenza stampa della vigilia – Io cerco di fare del mio meglio. Non vedo la gara come una sfida, ma come una possibilità di superare questo esame per avere più autostima noi e ottenere la fiducia della nostra gente. Se non riusciamo a vincere ed a giocare bene come abbiamo fatto sabato, sicuramente non riusciremo a portare più persone allo stadio, questo per noi è importante. Il Palermo è dei tifosi. Speriamo che il Foggia cominci a giocare bene da sabato prossimo, gli auguriamo tutte le fortune dal prossimo turno. Speriamo che domani il Palermo sia ancora protagonista in senso positivo. Sicuramente non faranno una gara d’attesa, non vincono da sette partite e vorranno la posta piena. Sappiamo che vogliano batterci e che faranno una grande battaglia. Noi dobbiamo essere pronti a ribattere colpo su colpo. La mia idea è che se vengo a giocare a Foggia non posso stare a pensare di subire gli avversari e se non va bene fare dei cambi. Parto già come se loro stanno già vincendo 1 a 0. Voglio giocarmi la partita con questo spirito: loro stanno vincendo, devo fare 2/3 gol per vincere. Poi un conto è dirlo, un conto è farlo. Si sa che diventa difficile, ma aspettare a priori una squadra come il Foggia è un grande rischio. È vero che non vincono da un po’, ma se gli dai la possibilità di alzare la testa, sono squadre che sanno il fatto loro. Non so il motivo di questo momento non positivo, ma Zeman è un maestro e si vede che le sue idee ci sono. Domani sera me la voglio giocare a viso aperto, con coraggio e con idee, il Palermo deve cercare una svolta positiva.”
Difesa a tre- difesa e Turn over
“Contro la Juve Stabia i ragazzi hanno saputo interpretare entrambi i moduli. Non ci ho pensato prima, perché uno pensa alle cose quando accadono. Un allenatore deve guardare a quello che gli succede durante il suo percorso. Se sapessi qual è la soluzione migliore, l’adotterei subito. Vado di pari passo con quello che riesco a leggere nella realtà. L’altra sera nella difficoltà di avere un uomo in meno, la squadra con la difesa a tre ha risposto benissimo. Sappiamo, quindi, che dobbiamo cercare di leggere queste situazioni non come punizioni, ma come un regalo, perché ci ha fatto capire che possiamo metterci in modo diverso e che i giocatori lo fanno molto bene. Bisogna sapere quando si deve aspettare o pressare. Damiani non ha problemi ad integrarsi perché sa come lavoro e sa cosa voglio. Il suo problema è che quest’anno non aveva mai giocato per un problema alla caviglia. Ora sta bene, ma ancora non abbiamo visto il giocatore che fa la differenza, ma io che lo conosco bene pretendo che torni quello che era. Sono a favore del turn over quando i giocatori hanno dei piccoli problemi, però non voglio fare distinzioni tra titolari e riserve. Il Palermo ha tutti titolari, tutti devono essere utili. Tante volte Soleri ha dimostrato, partendo dalla panchina, di essere determinante per farci vincere le partite. Come si fa a dire che è una riserva? Siamo un gruppo e sappiamo che tutti dobbiamo dare il nostro contributo. Per me sono tutti titolari. In questo periodo li ho visti migliorare in maniera esponenziale. Sabato abbiamo superato un bell’esame, questo è un segnale molto incoraggiante.”
Cartellini rossi
“I ragazzi del Palermo sono corretti, mi dà più noia quando andiamo a protestare e prendiamo questo tipo di ammonizione. In nessun modo sono riuscito a leggere dov’era la sanzione di punire Giron con due gialli. Sia nel primo che nel secondo cartellino. A noi fa piacere che nonostante abbiamo vinto, il Presidente cerca di difendere il nostro lavoro e di farsi rispettare. Sa che noi ci teniamo a fare bene e purtroppo nelle partite occorre anche che chi arbitra sia all’altezza. Mi diceva il Presidente che questo è un andazzo che va dall’inizio del campionato, è molto deluso ed ha voluto far sentire la sua voce. Ad un allenatore fa piacere, vuol dire che oltre a difendere la sua società e la sua squadra, difende anche il lavoro del suo Tecnico.”