Alla vigilia della finalissima dei playoff di serie C che sancirà chi tra Palermo e Padova verrà promossa nella serie cadetta insieme a Bari, Modena e Sudtirol, il clima in città è già caldissimo. L’attesa tra i tifosi è sempre più spasmodica, tra riti scaramantici e scongiuri, sono moltissimi i palermitani rimasti delusi per non essere riusciti ad accaparrarsi il prezioso tagliando.

La sfida tra le due pretendenti alla promozione è tutt’altro che chiusa; la partita si preannuncia quindi piena di emozioni da vivere intensamente minuto dopo minuto, in uno stadio nuovamente sold out. Baldini, che dovrà fare a meno dello squalificato Damiani, ha raccontato, durante la consueta conferenza stampa della vigilia, che durante la settimana la squadra si allenata pensando di avere perso l’andata per 1 a 0.

“In questi play off abbiamo sempre affrontato squadre forti, vincendo sempre il primo scontro e ci siamo detti le stesse cose. Dobbiamo pensare di avere perso 1 a 0, fare 2 gol e farci trascinare da questo entusiasmo e da questa gioia, sapendo che quando finirà questa partita e tutte le cose saranno andate per il verso giuste, potremmo gioire. Ci siamo allenati con tranquillità, in un clima sereno. Sappiamo l’importanza della gara. Ma dobbiamo stare fiduciosi perché parlano i numeri, su 6 partite ne abbiamo vinte 5 e pareggiate 2. Vuol dire che la squadra ha dei numeri, che sono confortanti e che dicono chi siamo. Gli allenamenti di questa settimana dimostrano che i ragazzi sono convinti, ci sono. Dobbiamo metterci il cuore e correre il più possibile, sapendo che è un ultimo sforzo.”

Matrimonio Brunori
“Era giusto che si sposasse, quando uno si forma una famiglia è un evento importante. Non poteva rinunciare, non aveva trovato altre date e potevano accadere delle cose che potevano incrinare questo amore tra lui e sua moglie. Tutti noi siamo stati felici e contenti che lui sia andato. Lui oggi è già qui con noi, è felice e contento e domani giocherà con più fiducia e serenità. Secondo me il calcio non è legato a delle regole. Noi non facciamo mai il ritiro. Anche oggi pranziamo, ci alleniamo e poi ognuno andrà a casa sua e ci ritroveremo domani ad ora di pranzo. Il calcio è fatto di emozioni che devono essere lasciate alle persone. Se Brunori non si fosse sposato, secondo me, avrebbe sbagliato perché non sarebbe stato sé stesso, non sarebbe stato felice. Lui deve venire a giocare avendo nel cuore la serenità e la felicità. Questa è la cosa più giusta che si doveva fare. Noi ci stiamo giocando una finale bellissima, comunque andrà dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto fin qui e non mi fa paura il Padova, neanche se fosse la Juventus avrei paura. Il problema non è affrontare un avversario, io voglio vedere i miei giocatori che se la giocano. Quello che mi danno fastidio sono le persone ipocrite e meschine. Quando le incontro mi vengono brutti pensieri e cerco di mantenere le distanze. Cercano di fare i professori. A me non importa essere giudicato un bravo allenatore. A me interessa mandare un messaggio, che è quello di dare solidarietà ed avere fede. Tutti dicono che conta solo vincere, ma il calcio deve essere della gente, non conta essere il più bravo, il più bello o il più ricco, ma essere persone felici e godere di quello che si ha. Perché dovevamo far rinunciare Brunori a sposarsi? Quella di ieri era una data inderogabile. Vuol dire che noi non abbiamo dimostrato forza o professionalità costringendolo a rimanere a Palermo ed a non essere felice? Lo lasciavamo infelice e salvavamo la faccia comportandoci come i grandi club che non permetterebbero mai che per un risultato un giocatore si sposi due giorni prima della finale. Questo è un modo di vedere da ipocrita. Una persona deve essere felice quando scende in campo. Brunori può anche giocare male, non mi interessa. Possiamo essere tutti additati, anche lui di non essere in grado di vincere la partita. Non me ne importa niente, lui deve essere felice. E quando domani scenderà in campo mi interessa che lui sia sereno. È stata la serenità a portarci in finale, non dobbiamo dimostrare agli altri la nostra professionalità, qualcuno avrà detto che ci siamo comportati da dilettanti. Non potevamo rendere triste una persona per salvare la faccia. Il risultato non conta, conta la prestazione ed il gioco di squadra. E se non sei sereno non puoi giocare bene. Siamo orgogliosi di avere fatto questa scelta.”

Padova
“Non ho studiato nulla, so solo che dobbiamo giocare come fatto all’andata. Se si riesce a giocare con il cuore, poi vengono i moduli e gli atteggiamenti in campo. Capisco che tante volte è più facile parlare dei moduli, ma se il Palermo avesse ragionato così credo che avrebbe raggiunto un discreto piazzamento e poi sarebbe uscito. Gli avversari che abbiamo incontrato sono stati tosti, ci hanno messo in difficoltà, ma noi abbiamo sempre ragionato in un altro modo, cercando la prestazione e cercando di legarla alla ricerca di qualcosa che andasse oltre il risultato. Non arrendendoci mai. Capisco che i miei discorsi a certe persone del mondo del calcio possono non piacere, perché pensano solo a gettare fango su chi mette passione ed amore in questo lavoro. Ma io non devo fare nessun tipo di carriera, non me ne frega niente e parlo così per arrivare al cuore dei miei giocatori e soprattutto perché riconosco che al popolo palermitano interessa questo messaggio. Altrimenti non si sarebbe battuto il record con la Feralpisalò, non era la Juve, il Milan, l’Inter o una squadra con il blasone. Tra l’altro si veniva dall’andata vinta per 3 a 0 e questo vuole dire che la gente vuol sentire il cuore, la fede, la propria cultura e se tu fai sentire che i protagonisti sono i tifosi e non noi, la città poi ti ama e c’è la corsa al biglietto non per vedere la partita, ma per dire “io voglio essere presente in questa emozione”. Questa è la cosa più bella che può accadere nel mondo del calcio, che è pieno di ipocrisia. C’è gente che gode nel vedere gli altri che stanno male.

Domani non ci saranno cambiamenti, giocheranno gli stessi che hanno dato più garanzie durante questo percorso. E’ il lavoro che deve dare il conforto che al di là del risultato. I ragazzi lo hanno capito. Non dobbiamo avere paura di niente, dobbiamo avere il coraggio di dare libertà a tutto quello che abbiamo dentro per dare una grande gioia al popolo palermitano, pur sapendo che ci sono gli avversari. Ma siccome abbiamo dimostrato che quando ci mettiamo passione e la voglia di andare oltre i risultati e cercare solo la prestazione, il risultato l’abbiamo ottenuto, speriamo che possa accadere anche domani. Nella vita però non si sa mai cosa può accadere. A volte si passa con il semaforo verde e c’è un pazzo che passa con il rosso e ti può far fare una brutta fine. Sappiamo che la vita è fatta di coincidenze, ma non voglio pensare che se passo con il verde può esserci il pazzo che passa con il rosso. Cercherò di stare attento anche con il verde e così anche per la partita di domani. Voglio solo pensare che i miei giocatori siano sempre andati oltre il risultato e domani faranno l’ultimo passo per regalare una gioia ai palermitani.” 

Il momento più bello della stagione
“È’ stato il 23 dicembre quando il direttore Castagnini mi ha chiamato per dirmi che voleva portarmi a Palermo. È stato il giorno più bello. Sapevo che sarebbero arrivate delle difficoltà, ma sapevo che non si doveva mollare mai, perché se il destino ti dà una chance dopo 18 anni, non ci si può arrendere alle prime difficoltà. Ho sempre fatto tesoro di questo pensiero. I momenti negativi sono quando una squadra non crede in sé stessa. Non c’è la cosa più difficile e credo che domani tutto andrà bene.”