Dopo il successo de “L’inferno di Dante” nel 2019, Cava Gonfalone, a Ragusa, ritorna ad essere location teatrale di un’altra grande opera: Phaedra, la tragedia greca di Seneca, che narra di un amore non corrisposto tra Fedra, moglie di Teseo, e Ippolito, il suo figliastro, della vendetta di Fedra e del pentimento di Teseo che rimpiange di aver maledetto Ippolito, finendo la storia in tragedia.
Questo fine settimana sarà riproposta questa tragedia greca in chiave moderna, il 22 e il 23 luglio, nella suggestiva cornice di Cava Gonfalone, riscritta da Alberto Bassetti, per la regia di Giovanni Anfuso, con in scena Liliana Randi e Angelo D’Agosta.
Ai nostri microfoni, il protagonista maschile, Angelo D’Agosta.
Angelo, un piacere incontrarti di nuovo a Ragusa, e soprattutto in un sito naturale e affascinante come Cava Gonfalone, scegliendo dunque quest’ultimo come location piuttosto che un teatro vero e proprio
“E’ una grande emozione anche per me. Sì, si ritorna a Cava Gonfalone, un luogo immerso nella Natura tra grotte e pietra. È un posto incredibile. Ricordo ancora la sensazione del primo sopralluogo, e l’emozione delle repliche di Inferno. Ritornare con Phaedra non può che rendermi felice.”
Phaedra, tragedia ambientata ad Atene. Che ruolo avrai tu e hai fatto particolari studi per interpretarlo?
“Sarò Ippolito, figliastro di Phaedra e suo oggetto di desiderio. Ma questa Phaedra non è il mito classico. Questo testo nasce nel 2016 dalla raffinatissima penna di Alberto Bassetti (tra gli autori italiani contemporanei più rappresentativi al mondo) che ha scritto una versione per così dire nuova, viva, sulle caratteristiche di Liliana Randi, ovvero Phaedra, e mie. Una vera e propria operazione sartoriale, come ormai non ne esistono più. Il risultato, e possiamo parlare adesso di risultato dopo numerose repliche, è uno spettacolo di grande impatto emozionale. Il pubblico non ha davanti la rappresentazione classica del mito, ma personaggi veri, vivi e drammaticamente reali nel loro dolore. Per ogni personaggio che affronto c’è sempre uno studio che prevede ogni dettaglio, anche come cammina o come respira. Ippolito, questo Ippolito, lo reputo uno dei personaggi più complicati che abbia affrontato finora.”
Spettacoli sempre impegnativi e ispirati alle grandi opere di scrittori del passato. La maggior parte delle opere hanno con sé un messaggio specifico, rendendole sempre attuali. Questa stessa cosa l’hai trovata in Phaedra?
“Assolutamente sì. Questa Phaedra parla di uomini del nostro tempo. Parla del desiderio di felicità, parla della condizione di due anime infelici, Phaedra e Ippolito appunto, e del bisogno di amare ed essere amati. Cosa c’è di più contemporaneo e universale di questo?”