di Ilaria Solazzo

Stefano Arcobelli, giornalista professionista dal 1986. Da trentaquattro anni lavora alla «Gazzetta dello Sport». Redattore esperto per gli sport olimpici nuoto, sci nordico, baseball, dopo essersi occupato di calcio sino al 1994. Ha seguito, come inviato, undici Olimpiadi, nonché i campionati mondiali ed europei di varie discipline: oltre quelle acquatiche, sci nordico, boxe, canottaggio, canoa, baseball, slittino, biathlon, snowboard. Protagonista del blog Questione di Stile, ha curato alcune opere della collezione I miti dello sport e il libro Ali la leggenda. Campione e ribelle.

Ha al suo attivo anche diverse esperienze in radio e televisione. Vincitore del Premio Fair Play per il suo prezioso lavoro nel raccontare e promuovere gli sport invernali, è stato insignito del premo Coni-Ussi per le inchieste nel 2011. Nel 2017 è stato premiato come miglior giornalista dell’anno dalla Federazione mondiale del nuoto (Fina). È lui il mio graditissimo ospite di oggi.

Al prezzo di 16:00 Euro, è disponibile in libreria “Federica Pellegrini”, il nuovo libro di Stefano Arcobelli edito da Diarkos.

Federica Pellegrini è la più grande nuotatrice azzurra, capace di conquistare quasi sessanta medaglie internazionali fra Olimpiadi, Mondiali ed Europei. Già a sedici anni il suo talento la porta a essere l’atleta italiana più giovane a salire su un podio olimpico in una gara individuale. Da lì in poi, la sua è la storia di una ragazza veneta che si fa leggenda bracciata dopo bracciata, senza mai sprecare un respiro o affrontare l’elemento acqua alla leggera. Con la sua personalità dalle mille sfaccettature, sensibilità e significati, Fede ha ostinatamente tenuto duro per resistere ai sacrifici e spingere più in là gli obiettivi della preparazione moderna, sfidando le generazioni mondiali delle campionesse di stile libero. Senza quella passione, quel fuoco che brucia dentro, nessun talento può durare così a lungo. Questo è il racconto della sua lunga e sorprendente nuotata ricca di medaglie, record e traguardi sportivi, l’epopea anche fuori dall’acqua di una ragazza italiana che si è fatta divina.

ILARIA – Da giornalista professionista, da 35 anni impegnato con la “Gazzetta dello Sport”, quali le tue considerazione sulla più grande nuotatrice azzurra?
STEFANO – E’ stata una campionessa unica, per longevità, medaglie internazionali (59) e record mondiali (11), per tutte le sue vicende e cambiamenti non solo agonistici, per come ha sempre reagito anche alle esperienze negative come la morte del suo storico mentore Alberto Castagnetti quando era al top, per come si pone. La schiettezza è sempre stato il suo forte: mai grigia, o bianco o nero. Non è mai stata banale, a costo di sembrare scomoda o antipatica.

ILARIA – A pag. 21 l’hai definita una predestinata. Ti va di raccontare brevemente ai lettori il perché?
STEFANO – Perché in quasi tutte le vicende sembra esserci il fattore destino: faccio solo un esempio. Si qualificò nei 100 ad Atene e prese la medaglia nei 200, e fu l’inizio dei colpi di scena. Star a 16 anni, ha rischiato sempre: quante volte dicevano di lei: “è finita”, ma ho visto passare centinaia di nuotatrici e lei c’era sempre.

ILARIA – Federica ha fatto parlare molto di sé non solo come nuotatrice, è sempre stata uno spirito libero oltre che uno “stile libero”. Sei d’accordo?
STEFANO – Sì, direi pure uno spirito libero, ha sempre detto la sua senza filtri. Si è esposta mettendoci la faccia in parecchie battaglie, non ha nascosto neanche le debolezze o gli errori.

ILARIA – A chi è rivolto il libro? Perché comprarlo? La copertina fa capire che si tratta di qualcosa di intimo e profondo…
STEFANO – Si tratta della storia della più grande nuotatrice azzurra, tra le più forti mondiali di sempre, l’atleta italiana più popolare degli ultimi vent’anni al mondo. Il libro è rivolto a chiunque, non è un libro tecnico bensì la storia di un personaggio che è cresciuto negli anni, facendo crescere il mondo del nuoto e la sua percezione nella vita di tutti i giorni. La copertina racconta una Federica fuori dall’acqua, riflessiva e visionaria. Una foto che esprime una vena che oggi potrebbe sembrare malinconica. Una foto che la rappresenta profondamente.

Di Roberto Dall’Acqua

Giornalista professionista dal 12 ottobre 1994