Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato oggi, per noi di “Azzurra News”, lo scrittore Gianni Montalto, autore del libro “La figlia del Re”.
Ilaria – Mi chiedevo: com’è cambiato il tuo modo di essere essendo diventato il padre della “Figlia del Re”?
Gianni – Sono restato me stesso. Sono ambizioso ma con i piedi saldi a terra. Aver generato “La figlia del Re” non ha cambiato il mio modo di vivere.
Ilaria – Tu ti riconosci in un personaggio di cui racconti nel libro?
Gianni – Direi di no. Ho voluto attribuire ad ogni interprete una fisionomia ben distinta narrando punti di forza e debolezze, ma in nessuno mi sento di paragonarmi.
Ilaria – Li segui con occhio partecipato, raccontandone le fragilità e i momenti di presa di coscienza. C’è un motivo dietro questa scelta? È questa l’umanità che vedi attorno a te o è così che percepisci il tuo essere uomo?
Gianni – Essere regista di una vicenda valorizza la tua condizione, ma non devi scadere in banalità. Devi sempre essere animato dal desiderio di emergere in ogni momento della vita quotidiana, perché è questo che ti fa sentire vivo e vitale. Se ti accontenti non potrai mai dimostrare il tuo valore, perché in ognuno di noi c’è la “volontà dell’istinto” in attesa che tu le dia vigore. Solo allora potrai essere fiero di te stesso, perché non sarai relegato a un’esistenza priva di valore.
Ilaria – Da dove è passato il tuo apprendistato da scrittore? Cosa ha formato la tua “voce”?
Gianni – Essere uno scrittore, indipendentemente dal grado di bravura, lo senti nel tuo inconscio. Avere il desiderio di raccontare si manifesta con una scintilla che spesso cogli inconsapevolmente, ma che con il tempo mostra il suo bagliore e ne dai un significato.
Ilaria – Dovendo riassumere in poche righe le trame dei tuoi libri, cosa diresti?
Gianni – Ho scritto soltanto due libri, quindi è presto per dirlo. Posso comunque affermare che gli elementi che li accomunano sono la dinamicità e la suspence, imprescindibili per accattivarti il favore del pubblico, perché i lettori sono esigenti e non vogliono essere delusi da trame inconsistenti o banali.
Ilaria – Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo la tua storia?
Gianni – In altre occasioni ho avuto modo di dire che il lettore deve essere egli stesso un protagonista della storia narrata, perché solo vivendola in prima persona sarà immerso appieno nella vicenda. Se ottieni questo risultato, hai raggiunto l’obiettivo.
Ilaria – Se tu dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il tuo secondo libro, quali useresti?
Gianni – Dinamico, intrigante e coinvolgente.
Ilaria – Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Gianni – Sì, sto scrivendo il mio terzo libro, ambientato negli anni ’60. È la storia di due giovani incaricati dal padre di trovare la loro presunta sorella avuta da una relazione extraconiugale.
Ilaria – Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Gianni – Credi nel destino e in una vita ultraterrena? Ci sono momenti in cui pensi veramente che ci sia un aldilà, soprattutto per dare un senso alla vita e non lasciarla abbandonata a sé stessa. Il destino, invece, credo che ognuno di noi ne sia il fautore.