Un colpo al cuore. Un pugno nello stomaco. Calpestata, a Bonagia, la memoria di Salvatore Pollara. L’ennesima dimostrazione di come, a volte, le Amministrazioni celebrano il ricordo di chi ha avuto spezzata la vita in maniera tragica, solo per pura passerella mediatica condita da eventi in pompa magna solo per apparire, e da belle parole. Parole, appunto. I fatti sono un’altra cosa. E i fatti raccontano che il giardino in memoria a Salvatore Pollara l’imprenditore edile, ucciso dalla mafia, che negli anni in cui Palermo veniva considerata Beirut, non esitò a rifiutarsi di pagare il pizzo e persino a denunciare le richieste dei boss, nonostante le minacce sempre più pesanti e gli incendi nei suoi cantieri, è in totale stato di abbandono.
Era l’11 marzo 2019, dopo 36 anni dalla sua morte, Palermo ricordava Salvatore Pollara con l’intitolazione di un giardino della memoria in piazza Maria Santissima di Pompei a Bonagia, proprio accanto alla chiesa della Madonna di Pompei, ultima costruzione della ditta Pollara e il cui altare oggi è dedicato alla memoria dell’imprenditore.
Oggi il giardino in sua memoria versa in uno stato di assoluto abbandono, come se si sia persa la memoria del sacrificio di tutti quei palermitani che hanno perso la propria vita per dire no alla mafia.
Quando chi di competenza interverrà ridando decoro ad un luogo dedicato a chi non si è piegato al potere mafioso in un periodo in cui Palermo veniva considerata come Beirut?