L’Ufficio Interdistrettuale dell’Esecuzione Penale Esterna per la Sicilia ha violato il diritto all’informativa non mettendo al corrente le sigle sindacali dell’apertura di uno sportello presso il Tribunale di Palermo.

A stabilirlo è la Sezione Lavoro del Tribunale ordinario di Palermo, con una sentenza del giudice Cinzia Soffientini che, di fatto, riconosce le ragioni della Uil Pubblica Amministrazione, rappresentata dall’avvocato Filippo Buttà.

Era stato il segretario generale di Palermo della sigla sindacale Alfonso Farruggia a portare tra i banchi del Tribunale la vicenda, ritenendola emblematica della mancata interlocuzione che, ormai da tempo caratterizzerebbe, secondo l’esponente sindacale, i rapporti tra l’amministrazione e le organizzazioni dei lavoratori.

Nello specifico, Alfonso Farruggia aveva puntato il dito contro il direttore reggente Anna Internicola.  

Quest’ultima, infatti, non aveva provveduto a trasmettere alle sigle sindacali aventi diritto – tra cui figura appunto la Uil Pubblica Amministrazione guidata a Palermo e in Sicilia da Alfonso Farruggia – gli atti relativi all’istituzione, alla composizione e al funzionamento dello sportello di Messa Alla Prova attivato nella sede periferica del Nuovo Palazzo di Giustizia del Tribunale di Palermo.

In sintesi, secondo il sindacato, la condotta attuata dall’amministrazione avrebbe violato i principi sanciti dalla legge nazionale 300/1970, dalle corrispondenti norme del decreto legislativo 165/2001 – il cui articolo 5 disciplina il diritto dell’informativa sindacale – e dalla contrattazione collettiva di riferimento.

“Con l’aggravante – ha sottolineato in diverse occasioni Alfonso Farruggia – di avere appreso soltanto dagli organi di stampa dell’attivazione dello sportello: di certo, non un ufficio qualsiasi, in considerazione dell’estrema delicatezza delle funzioni dell’UIEPE”.  

Nessuna informazione, infatti, era stata comunicata ai sindacati in merito all’ubicazione dello sportello distaccato, all’assegnazione del personale e ai criteri adottati per la scelta delle unità a esso destinate.

Un’omissione e un’illegittimità procedurale che il sindacato aveva subito stigmatizzato e che rappresenta soltanto l’ultimo episodio di una lunga serie di criticità  denunciate dal segretario generale, oggetto di numerose note trasmesse ai vertici del Ministero della Giustizia e alla stessa direzione dell’UIEPE in Sicilia, a partire dallo spettro dello stress lavoro correlato che graverebbe sui dipendenti dell’Ufficio: una condizione di estremo disagio che gli stessi lavoratori avrebbero più volte manifestato.

Nello specifico, in merito all’accusa di comportamenti antisindacali, il giudice ha riconosciuto in pieno le ragioni del sindacato – malgrado il ricorso presentato dall’UIEPE per la Sicilia –  sciogliendo, di fatto, la riserva assunta all’udienza del 29 giugno scorso.

 Per effetto della sentenza del giudice, la direzione dell’UIEPE, condannata al pagamento delle spese processuali pari a duemila euro, dovrà ora in tempi rapidissimi provvedere a informare il sindacato secondo quanto previsto dall’articolo 4 del CCNL.

“L’ordinanza del giudice – afferma Alfonso Farruggia – mette in luce la legittimità delle nostre richieste, anche se per la UILPA il ricorso al Tribunale rimane pur sempre una sconfitta: sarebbe stato auspicabile risolvere la vicenda attraverso il dialogo, lo strumento che da sempre privilegiamo nei confronti dei nostri interlocutori”.

“Ma, proprio l’assenza di un’interlocuzione – aggiunge – ha determinato il ricorso a un’azione legale, che ci ha visti supportati dall’avvocato del Foro di Palermo Filippo Buttà, cui vanno i miei ringraziamenti”.