Com’era prevedibile, il City Group, almeno per il momento, ha confermato Eugenio Corini sulla panchina del Palermo.
Una scelta, per molti non condivisibile visto ormai l’evidente scollamento tra tecnico, squadra e tifosi. Sarà il campo a dire se è stata quella giusta. Il dato di fatto è che il Palermo, da cinque partite, di cui quattro disputate tra le mura amiche e con avversari di certo non trascendentali, ha colto appena quattro punti, frutto di prestazioni anonime, senza gioco, senza un briciolo di condizione atletica e tecnicamente inaccettabili. Ieri il Cittadella, squadra di modesti operai del pallone ma che sanno bene le regole elementari del gioco del calcio, appena ha capito che il Palermo era alla frutta ha spinto quel tanto necessario per portarsi in Veneto i tre punti e così è stato.
Quello che balza agli occhi più di ogni altra cosa è la rottura totale tra tutta la tifoseria ed il tecnico bresciano. Una rottura sancita dall’esultanza al gol degli ospiti, dai ripetuti cori contro l’allenatore, dai fischi assordanti e dalla contestazione avvenuta a fine gara nel piazzale antistante lo stadio. Mai fino ad ora la gente si era schierata così compatta. Evidentemente, anche il più buonista tra i tifosi, dopo una partita mortificante, senza un tiro nello specchio della porta ospite, di un’arrendevolezza disarmante e di un pressappochismo tecnico-tattico palese a tutti, ma non a chi di dovere dovrebbe prendere delle decisioni, si è dovuto arrendere a cotanto scempio.
Ieri al “Barbera” si è toccato il fondo in tutti i sensi e, se non si ritroveranno in fretta orgoglio, condizione fisica, gioco e attributi, crediamo che, proprio in uno dei momenti cruciali del campionato, si verrebbe a creare un pericoloso stato di tutti contro tutti che, di certo, non gioverebbe alla causa del Palermo. Bisogna assolutamente evitare che ciò accada.
Certo, fa rabbia vedere lo stadio di Viale del Fante terra di conquista da parte di squadre assai modeste e che, in tutta franchezza ( non ce ne vogliano i tifosi di queste compagini ), in altri tempi sarebbero uscite dall’impianto palermitano con almeno tre gol sul groppone.
Al gol di Pandolfi ( a proposito quando gioca contro il Palermo, la punta vede rosso dato che oltre al gol di testa di ieri aveva siglato sempre a novembre e sempre all’ultima azione della partita ma del 2020 il gol del blitz della Turris ), sembra quasi sia giunta una sentenza. Questo Palermo, così com’è non può competere per l’obiettivo prescelto, ovvero la promozione. E mentre fino alla partita contro il Lecco non era mancato l’impegno e la buona volontà, da tre partite a questa parte anche questi “talenti” sembrano essersi smarriti.
L’inversione di tendenza da tutti auspicata, dopo il successo sofferto contro il Brescia, non c’è stata. Ed in questo momento storico del torneo, la situazione si è terribilmente complicata. Corini non è più gradito alla piazza ma la società, nonostante ne abbia preso atto ( e non può essere altrimenti ), ha deciso di andare avanti così. Siamo all’inizio di un pericoloso braccio di ferro che si sta giocando sulla pelle del nostro amato Palermo.
Uno sguardo all’aspetto tecnico del match di ieri è comunque opportuno e doveroso darlo.
L’impressione che tutti abbiamo ricavato, al di la degli errori di impostazione della squadra e di scelta delle pedine da inserire nell’undici titolare ( solo una domanda tra le tante che vorremmo porre al tecnico : perchè Valente in panca dopo la bella partita di mercoledì contro il Brescia? ), è che la squadra abbia mollato Corini. L’encefalogramma è piatto e gran parte dei giocatori schierati sembra averlo palesemente sfiduciato. Non può essere spiegata altrimenti una prestazione assolutamente deficitaria e impalpabile come quella dei cento minuti di ieri. Una prestazione ai limiti del ridicolo, confusionaria e in forte regressione anche per quel che concerne la prestazione dei singoli che mentre prima sopperivano con la giocata, da qualche partita sembrano essersi completamente seduti e smontati psicologicamente. Perchè?
Gli interpreti rispetto alla scorsa stagione sono in gran parte cambiati, sono arrivati giocatori di categoria, esperti ma che clamorosamente non stanno fornendo l’apporto auspicato. Sotto questo aspetto non vi è discontinuità con la passata stagione. Partite, specialmente in casa, con poche emozioni e con un gioco macchinoso e cervellotico che permette alle difese avversarie schierate di chiudere bene ogni varco per poi ripartire in maniera il più delle volte letale.
Le partite contro Brescia e Cittadella hanno evidenziato ciò che ahinoi temevamo. Adesso, è un momento cruciale della stagione.
Visto che si è deciso di andare avanti così, non possiamo far altro che auspicarci una totale inversione di marcia, un intervento chiarificatore della società che metta ordine e che inchiodi, se il caso, alle proprie responsabilità chi si sta tirando indietro .
Non si può accettare oggi di gettare la spugna, con un campionato ancora tutto da decidere, con , bene o male , un terzo posto che potrebbe porre le basi per un rilancio. Ma occorre chiarezza, interventi decisi e, se il caso, anche dolorosi.
Ma non si può più procrastinare. Attendiamo risposte.