Il destro di Masciangelo, ex rosanero di cui non si hanno tracce negli annali della seconda parte della stagione 2022-2023, al 91′ di un monotono Cittadella-Palermo avviato verso il pareggio, sentenzia il devastante epilogo del “gioco dell’oca” rosanero.

Tre campionati di serie B, iniziati in una calda mattinata d’agosto del 2022 con la presentazione alla stampa ed ai tifosi di Eugenio Corini, tra speranze e progetti che ad oggi, come in una costante quanto inesorabile regressione, hanno riportato amaramente il Palermo e la sua tifoseria al punto di partenza. Quella di oggi è la sconfitta di una squadra fragile ed impaurita, di giocatori che hanno mostrato vuoti caratteriali e tecnici assolutamente impensabili e improponibili per professionisti di un certo livello, di una società che ha avuto la colpa di non dare il giusto peso ai tanti campanelli d’allarme suonati ripetutamente da tre anni a questa parte senza adottare gli opportuni accorgimenti e di un tecnico, vittima della sua stessa confusione e dei tanti dubbi che hanno sortito nient’altro che la rottura di un giocattolo assai sopravvalutato specialmente dopo il mercato estivo.

Al netto delle opinabili scelte sull’undici messo in campo ad inizio partita, ci chiediamo il perchè dell’inserimento a dodici minuti dalla fine di un giocatore fuori da ogni progetto e destinato ad una probabile cessione nel mercato di gennaio, ci chiediamo il perchè dell’innesto tardivo di Gomes, giocatore fino alla partita contro la Reggiana tra i migliori ed in crescita e poi inspiegabilmente messo ai margini della formazione titolare, ci chiediamo il perchè dei soliti cambi che non spostano di una virgola l’inerzia della partita, ci chiediamo il perchè di un gruppo palesemente sfiduciato e vittima delle sue stesse insicurezze, ci chiediamo il perchè questa squadra non segni un gol su azione da tempo immemore e non abbia mostrato in almeno quindici delle venti gare disputate uno straccio d’idea o di gioco degno di essere chiamato tale.

Perdere, per l’ennesima volta, contro una squadra ampiamente alla portata, mai oggi veramente insidiosa, che ha portato a casa i tre punti grazie al due su due nelle conclusioni verso la porta rosanero, non fa altro che acuire la rabbia ed i rimpianti.

Vedere le partite del Palermo è diventato un martirio per il fegato del tifoso. Non c’è incontro dove le squadre avversarie non raccolgano regali da parte della difesa rosanero. Oggi, Vita del Cittadella, in occasione del primo gol, è stato lasciato libero di ricevere il pallone spalle alla porta, girarsi in tutta comodità e battere a rete approfittando anche dell’errata reattività di Desplanches.

Cosa resta di questa giornata devastante? Il fatto che la zona playout si è nuovamente riavvicinata e che la situazione mentale e fisica di questa squadra non lascia dormire sonni tranquilli.

La sosta, benedetta, giunge provvidenziale per cercare di salvare il salvabile.

Già da stasera occorrono segnali forti e decisi per quel che riguarda “in primis” l’aspetto tecnico che, si badi bene, non riguarda solo l’allenatore. Sarebbe troppo facile. Questa è una squadra che va assolutamente rinforzata, con gente di qualità e di categoria, altro che scommesse.

In questo momento il pensiero dei playoff non ci sfiora neanche lontanamente. Pensiamo piuttosto, come da tempo già evidenziamo nei nostri commenti, a salvare la serie B, un patrimonio troppo importante che non deve essere perso, costi quel che costi. Sarebbe altrimenti una catastrofe sportiva.

Che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Questi quindici giorni di pausa danno l’ultima possibilità per rimediare, altrimenti, ahinoi, prepariamoci ad un girone di ritorno che si prospetta altamente difficile ed in ripida salita.

Le riflessioni da fare, adesso, sono tante e con carattere di massima urgenza.

Il 2024 calcistico, vero e proprio “annus horribilis”, è iniziato con una sconfitta a Cittadella e si è concluso con un’altra sconfitta, sempre a Cittadella. In mezzo tantissimi bocconi amari.

Dodici mesi che vanno in archivio senza alcun rimpianto. Pertanto non crediamo di dire un’eresia se l’anno che va a concludersi possa essere considerato tra i peggiori della lunga storia del glorioso aquilotto.

Alla società il compito di far si che il prossimo anno sia quello del riscatto e del raggiungimento di risultati di altra qualità piuttosto che quelli, assai modesti, di una squadra che galleggia in categoria. Francamente, e senza offesa per nessuno, non era quello che ci aspettavamo.