Venghino signori…. venghino.

Natale è passato da più di un mese ma in casa Palermo la strenna continua. Il Pisa ha ringraziato, scartato e portato a casa tre punti importantissimi che lo collocano, in attesa delle partite di oggi, al primo posto in classifica.

Di contro, il Palermo rischia di uscire dalla zona play off e non potra’ fare altro che recitare “mea culpa” per gli errori, innumerevoli, commessi dalla scorsa estate fino ad oggi.

A mente fredda, sbollita la rabbia e la costernazione per l’ennesima prestazione dei rosanero, proviamo a mettere un po di ordine nel guazzabuglio di confusione in cui sembra essere caduta la squadra ed il suo entourage.

Intanto, abbiamo assistito ad una partita dove il Pisa è stato lo specchio al contrario di tutto quello che manca al Palermo. Fisicità, fame di risultati, organizzazione, serenità mentale e….gioco.

Soltanto gli episodi avrebbero potuto rimettere in partita la squadra di Dionisi, ma, vuoi per sfortuna, vuoi per le cappellate arbitrali, ancora una volta gravissime, ciò non si è verificato. E, possiamo dire, giustamente. Non si può sperare di vincere se giochi a corrente alternata, istintivamente e senza la benchè minima parvenza di gioco.

Se a tutto questo aggiungi le solite sbadataggini difensive, frutto principalmente a nostro parere di tanta confusione mentale, il quadro è completo. I due gol regalati agli avversari hanno scavato la fossa da cui non è stato possibile uscire nonostante un secondo tempo giocato quanto meno con più generosità e convinzione.

Capitolo gioco. Più che parlare dell’attacco, dove purtroppo le punte sono costrette a recitare a soggetto, concentriamo l’attenzione sul cuore del gioco di una squadra. Il centrocampo.

E qui iniziano le dolenti note. Di Francesco e Gomes, almeno per il momento, sono spariti dai radar dell’undici titolare, Ranocchia non è più quello che abbiamo conosciuto al suo arrivo a Palermo ( probabilmente per una collocazione tattica che non si confà alle sue caratteristiche ), Verre non ha autonomia per reggere bene 90 minuti di gioco, Blin, che sembrerebbe recuperato dal brutto infortunio che lo ha tenuto fuori dai campi di gioco per 4 mesi, potrebbe essere il giocatore metronomo tanto desiderato ma non viene utilizzato neanche per iniziare a fare minutaggio utile per ritrovare il ritmo partita, per Segre vale lo stesso discorso fatto per Ranocchia, infine Saric, grande investimento da parte della società tre anni fa, è stato ceduto.

Se il centrocampo, quindi, è inesistente non si crea gioco, di conseguenza le punte si espongono a figure barbine e altrettanto di conseguenza non si segna. Ergo, non si portano a casa le partite.

Quindi, anche se ormai il tempo per rimediare sta per scadere, sarebbe opportuno mettere un minimo di ordine e dotarsi di quel o quei giocatori che possano rivitalizzare un reparto da encefalogramma piatto.

Capitolo allenatore. Posto che la squadra è in una fase di rottura mentale prolungata, vittima delle proprie insicurezze e di black out incomprensibili, crediamo che, a questo punto, anche il mandato del tecnico debba essere sottoposto a severa revisione.

Vorremmo capire perchè le prime sostituzioni, in una partita che ancora era riprendibile, avvengano quasi alla mezz’ora della ripresa; perchè in ventiquattro partite, è sotto gli occhi di tutti, non sia ancora stata mostrata un’identità di squadra; perchè l’alternanza dei due portieri, Desplanches e Sirigu, che inevitabilmente finisce col destabilizzare entrambi; perchè insistere a sinistra su un Lund che sta deludendo le attese; perchè Diakitè abbia perso quella padronanza e fisicità che lo scorso anno ne hanno fatto uno dei pilastri della fascia laterale di destra; perchè tra centrocampo ed attacco ci sia un’evidente scollatura che favorisce regolarmente l’opera di contenimento delle nostre avversarie. In tutto questo marasma anche l’eventuale arrivo di Pohjanpalo rischia di esporre il forte attaccante finlandese a delle brutte figure.

Ne converrete che il quadro è da allarme rosso porpora.

Si badi bene, da 24 partite, e non da una o due. La pazienza è stata tanta da parte della piazza ( a proposito ieri sera quasi 20.000 anime allo stadio, tanto di cappello ) ma adesso ci vogliono delle risposte adeguate. Dieci sconfitte ( tante, troppe ) sono un fardello pesantissimo e di questo tecnico e squadra devono renderne, inevitabilmente, conto.

Così non si può andare avanti.

Prima della trasferta di La Spezia, ancora tre giorni di calcio mercato per porre rimedio almeno a livello di organico, per salvare la stagione, oppure, in alternativa, iniziare a porre le basi per la prossima che non potrà per nessuna ragione al mondo essere fallita.

Nell’immediato, non sappiamo se la scossa richiesta a più voci possa portare effetti positivi ma crediamo che sia una delle ultime carte, se non l’ultima, da giocarsi nel tavolo delle speranze. Una mossa, quasi obbligata.