Dopo la batosta di Foggia, il Palermo è chiamato a rialzarsi immediatamente per riprendere il suo cammino. Già da domani si scenderà in campo contro la Turris reduce dalla sconfitta interna con la capolista Bari.
Per Mister Baldini, protagonista della conferenza stampa della vigilia, oltre a ritrovare l’equilibrio è necessario per una squadra saper regalare emozioni ai propri tifosi
“Sicuramente l’equilibrio è una cosa fondamentale, che si può trovare soprattutto in attacco. Se una squadra scende in campo e pensa solo a difendersi non può regalare emozioni importanti. Dall’analisi di Wyscout su Foggia-Palermo è emerso che noi abbiamo creato più situazione da gol di loro, abbiamo vinto più duelli e fatto più corsa. Ma loro sono stati più incisivi. Questo non vuol dire buttare all’aria tutto quello che di buono abbiamo fatto perché una serata non è andata per il verso giusto. Dobbiamo continuare su questa strada, dobbiamo prepararci per i play off. Possiamo arrivare anche decimi, se ci arriviamo con un certo spirito, possiamo vincerli. Se si arriva secondi e se non si ha coraggio e queste idee, secondo me, non si va da nessuna parte. Giocare in attacco non significa non avere equilibrio. Le coperture si possono avere in tutte le maniere.
L’unica partita nella quale non siamo riusciti a spingere dall’inizio è stata proprio quella di Foggia ed abbiamo preso subito gol. Dobbiamo giocarcela uno contro uno e quando un nostro giocatore viene superato si ricorre ad un altro modo di difenderci che è quello di abbassarci e metterci a zona, ognuno nel proprio settore, cercando di riconquistare palla con la densità. La Turris gioca uno contro uno, non penso che abbia giocatori più forti del Palermo. Sappiamo però che domani incontriamo una squadra che all’andata ci ha fatto male. Dobbiamo cercare di fare vedere che possiamo fare del male a loro. Anche il Foggia ha fatto molti errori, ma a loro non interessava prendere gol, ma solo di ripartire. Un tifoso allo stadio deve emozionarsi. Tante squadre riescono a vincere 1 a 0, ma cercando di non prendere tiri in porta, ma con questo tipo di gioco alla fine anche se si vince e si è contenti, non si costruisce niente. A volte si costruisce di più da una sconfitta, che da un pareggio o una vittoria.”
Ritorno al modulo 4-2-3-1 e Silipo nel ruolo di trequartista centrale
“Torneremo a questo modulo perché è quello che finora ci ha dato più sicurezza ed equilibrio. Relativamente a Silipo non è che io non faccio giocare i calciatori perché uno mi è simpatico ed un altro no. L’unica maniera per giudicarli è l’allenamento. Se in allenamento uno non mi dà quelle garanzie che io reputo ha bisogno la squadra, purtroppo devo fare delle scelte. E le faccio in base a quelli che mi danno queste garanzie. Poi non è detto che quello che penso io sia una cosa giusta. Ma a Silipo è stata data la possibilità in due partite, un tempo a Campobasso e mezz’ora a Foggia. Se io vedo che in allenamento lui riesce a dare alla squadra una garanzia in tutti i sensi, sicuramente lui, come qualsiasi altro, ha la possibilità di giocare. Ma finché vedo che altri mi danno altri tipi di garanzia, io non lo faccio giocare. Ma questo non vuol dire che io che voglio penalizzare uno o il Palermo, è quello che vedo io come allenatore. È come se un pittore per fare un tramonto usa il rosso ed il giallo, c’è chi usa più il rosso, chi più il giallo. Se non vedo quella tonalità in cui il giocatore mi può essere più utile per raggiungere il mio obiettivo è normale che uso altri giocatori. Questo non vuol dire che il ragazzo non abbia qualità. Penso che un domani Silipo potrebbe andare a giocare in Serie A. Se in questo momento con me non gioca non significa che è un giocatore bocciato, le qualità tecniche per fare bene ce l’ha. Ma in allenamento devo vedere sempre attenzione. Il tempo sicuramente può migliorare il giocatore che per me in futuro può andare a giocare in categorie superiori.”