di Ilaria Solazzo

Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato per noi e per voi, oggi, l’Artista Giovanni Petrucci.

Intervista

Ilaria – Sei un attore e doppiatore italiano. A che età hai compreso che volevi far parte del mondo dello spettacolo?

Giovanni – Buongiorno Ilaria, felice di questo incontro…. E spero vivamente che ce ne siano altri a seguire, un po’ come un film a puntate, naturalmente se i lettori sono interessati a questo tipo di racconti… Allora.. per rispondere alla prima domanda…. Si sono un attore, dialoghista, doppiatore (il doppiaggio è una specializzazione del mestiere dell’attore) direttore del doppiaggio.. diciamo che se sapessi cantare, ballare (bene) e tirare di spada, sarei un attore completo… ahahah …. A che età ho compreso ecc ecc… Praticamente quando sono nato.. eh si perché in quell’anno (quello in cui sono nato) papà metteva in scena per il teatro dei pupazzi di Podrecca una sua pièce intitolata “In fondo al mare un’isola c’è “… e i miei familiari mi chiamavano “la marionetta” … nasce così l’attore Giovanni che molto più tardi (tanto) una mia benevola amica (copiando il trio ) soprannominerà  “Pupattolone”.

Ilaria – Com’è iniziata la tua carriera?

Giovanni – Ho sempre amato travestirmi, falsare la voce, raccontare barzellette… insomma tenere in mano una platea (piccola) di amici e parenti… Nel 1949 papà viene nominato direttore della Mostra del Cinema di Venezia e – ogni estate per tre mesi e mezzo – per cinque meravigliosi anni, la nostra residenza fu il Lido. Il cinema era la mia vita…non potevo, anzi non potevamo farne a me, perché anche mio fratello più grande ne rimase invischiato…. Lui come regista. Le prime apparizioni in cinema sono del ‘52, ‘53 e del ‘55 (“Cortile” regia di Antonio Petrucci)nel ‘59 “L’avventura” di Antonioni.

Ilaria – Tra le molteplici tecniche a tua disposizione quale adoperi tu per calarti sempre nel migliore dei modi nel personaggio affidadoti a cui devi dare una nuova anima?   

Giovanni – Mah! Tecniche?…. Io mi butto… come ho visto fare ai nostri grandi… poi pulisco le sbavature…Certo tenendo sempre presente il personaggio, per non stravolgerlo travolgendolo o impoverendolo…per il doppiaggio ho un altro sistema, un po’ tutto mio. Mi leggo la battuta (per capire quello che dico) poi mi guardo la scena in silenzio la rivedo una seconda volta provandola sul sonoro, la provo sul muto e se va bene la incido. Faccio presente che tutti i movimenti sia fisici che facciali che fa l’attore, io li rifaccio perché sono il giusto “condimento “ della battuta.

Ilaria – Puoi svelare ai lettori cosa rappresenta il doppiaggio oggi in Italia? Ha valenza positiva o negativa? 

Giovanni – La possibilità di vedere un film immergendo anima e corpo nel visivo e nel dialogo…Valenza positivissima non positiva… naturalmente parliamo di doppiaggio serio, non di agglomerato di voci buttate a caso su dialoghi non adattati.

Ilaria – Ti va di dare qualche consiglio ai giovani che intendono approcciarsi al mondo del doppiaggio?

Giovanni – DEVO! Studiate! Accademia d’arte drammatica, Centro Sperimentale di Cinematografia … eppoi una seria scuola di doppiaggio. Scuole ce ne sono … basta darsi da fare.

Ilaria – Se tu potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?

Giovanni – un sogno che mi ricorda il finale di “Miracolo a Milano“.

“Un mondo dove le parole Fratellanza, Bontà, Felicità siano veramente felicità bontà e fratellanza.

laria – Un tuo sogno nel cassetto è… ?

Giovanni – Che questo mondo artistico torni ad essere quello di una volta … meritocratico.

Giovanni Petrucci con il premio internazionale ”Vincenzo Crocitti” vinto alla carriera nel dicembre 2021

Ilaria – I tuoi progetti futuri sono prossimi alla realizzazione?

Giovanni – Speriamo! Un grande abbraccio a coloro che mi/ci hanno seguito e a una prossima volta … ho tanto da raccontarvi di e su personaggi vissuti è da vivere…

Giovanni Petrucci vi saluta…

Di Roberto Dall’Acqua

Giornalista professionista dal 12 ottobre 1994