di Ilaria Solazzo

Gianni Montalto presenta alla stampa nazionale ed internazionale il suo secondo libro dal titolo “La Figlia Del Re. L’ombra Nascosta Del Faraone”.

Viaggio nel mondo dello scrittore Gianni Montalto attraverso la sua ultima fatica letteraria… un libro

affascinante che vi stupirà per ritmo e ambientazione. Ho avuto il privilegio di scambiare due chiacchiere con questo abilissimo autore, di sondare alcune curiosità legate al suo ultimo libro e di entrare dentro la sua officina letteraria.

Ilaria – Come e dove nasce la passione per la scrittura di Gianni Montalto?

Gianni – A me è sempre piaciuto leggere e scrivere, fin da quando ero bambino. Mi divertivo a inventare storie e proporle  agli amici. La biblioteca del mio paese era la mia seconda casa. Non so dirvi quanti libri abbia letto! Una miriade!

Ilaria – Quali sono alcuni dei tuoi autori preferiti che hanno caratterizzato la scelta di questo tema per la sua scrittura?

Gianni – A me piacciono tutti gli autori che narrano l’avventura, da Wilbur Smith a Tolkien, da Christian Jacq a Gomboa. Non ho un preferito e non voglio emulare nessun prestigioso autore perché credo che ogni scrittore debba avere una sua identità e una sua impronta, a prescindere dalla bravura.

Ilaria – Al contrario di molti, hai deciso di raccontarci questo tuo romanzo attraverso gli occhi di una donna molto astuta, descrivendoci le problematiche che ogni donna deve affrontare negli ambienti lavorativi, come mai questa scelta?

Gianni – Sì, la donna è uno dei protagonisti del mio romanzo. Credo che attraverso lei si abbia un’ottica diversa del racconto, per dare al lettore una prospettiva diversa evitando così gli stereotipi che spesso affliggono gli scritti più banali e inconsistenti.

Ilaria – nel tuo libro c’è spazio anche per la vita quotidiana di questi personaggi, per la passione e per l’amore, come è nata questa idea di fondere tutti questi elementi che poi sono il pezzo forte di questo romanzo?

Gianni – Cerco di valorizzare i sentimenti nella giusta misura nutrendo la sensibilità del lettore, sempre più esigente e in cerca di “qualcosa” che lo coinvolga anche emotivamente. Quello attuale è un mondo perverso pieno di insidie e la lettura deve costituire una forma di sana e rinvigorente evasione che ti permetta di nascondere le ansie dettate dalla vita. Per questi motivi instillo nei miei racconti tutto ciò che avviene nella quotidianità dei personaggi che ne fanno parte non trascurando i particolari.  

Ilaria – Ogni lettore possiede serrature nell’animo che attendono di essere aperte. Sei d’accordo?

Gianni – Sì. La vita stessa è un miscuglio impareggiabile di gioie, paure, piaceri e dolori. Con il mio romanzo ho voluto descrivere la rabbia, la violenza e la cattiveria dell’essere umano, ma anche l’amore, il rispetto e la gioia. Sono convinto che quando le emozioni si fondono, lanciano un messaggio in tante lingue diverse e giungono nell’animo umano con i colori dell’arcobaleno.

Ilaria – In questo secondo tuo libro hai affrontato alcune paure fondamentali dell’uomo. Ho letto con interesse l’ultima tua nota nel libro, nel personale, quale è la più grande paura di uno scrittore contemporaneo?

Gianni – Uno scrittore si mescola con le proprie storie, ne diventa egli stesso il protagonista. Coglie la sua esperienza quotidiana e la trasforma in un spunto per i romanzi. La mia paura più grande è di non avere più storie da raccontare, di non saper ricordare, di non riuscire più a dar vita ad alcun personaggio. Chi gioca con le parole, teme che le parole e i pensieri possano svanire, essere spostati in soffitta dall’età o nell’oblio della propria mente.

Ilaria – Quali sono alcuni segreti per scrivere un buon libro?

Gianni – Dividerei gli autori in due macro categorie: i fuoriclasse e gli scrittori comuni. Nella prima categoria rientrano tutti coloro che utilizzano il grande talento come unica risorsa per il risultato finale. Per tutti gli altri ritengo sia necessario avere un metodo. 

Ilaria – Vuoi aggiungere altro?

Gianni – ho compreso che il metodo è una delle chiavi dell’efficacia. Ma non ne esiste uno solo. Ogni scrittore ha il suo, che deve essere modellato sulla base delle proprie esigenze. Anche il maestro dell’horror Edgar Allan Poe nel suo libro “La filosofia della composizione” rivelò tutto il percorso che lo ha portato al compimento della sua opera più conosciuta: Il Corvo. Il suo intento era quello di mostrare come ogni parte del racconto non sia frutto del caso, ma di un attento e scrupoloso progetto.

Ilaria – Voglio rinnovarti i miei più sentiti complimenti per questa tua nuova opera letteraria e citare un aforisma “Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza d’essere ancora felice”, così scriveva Jules Renard, ma quindi c’è più felicità nel leggere o nello scrivere?

Gianni – Non darei alcun privilegio all’una o all’altra attività. Jules Renard era uno scrittore e conferma che le due passioni sono fortemente correlate. Durante la mia partecipazione a un corso online sulla comunicazione efficace, il relatore disse: “Abbiamo due orecchie ed una sola bocca. Quindi dobbiamo ascoltare il doppio di quanto parliamo.” Parafrasando questo concetto, potrei dire che abbiamo due occhi per leggere e una sola mano per scrivere. Quindi dobbiamo leggere il doppio di quanto scriviamo, ma chi ama scrivere prova piacere anche nel leggere.

Ilaria – In conclusione i nostri lettori dove possono trovare entrambi i tuoi libri?

Gianni – In tutte le librerie italiane ed anche online su tutte le piattaforme abilitate.

Di Roberto Dall’Acqua

Giornalista professionista dal 12 ottobre 1994