Il nuovo gioiellino rosanero si chiama Aljosa Vasic, arrivato dal Padova a titolo definitivo. Il giovane trequartista, classe 2002 si è legato al Palermo fino al 30 giugno 2028. Da bambino faceva il raccattapalle allo stadio Euganeo; il suo sogno era quello di poter giocare un giorno con la maglia dei biancoscudati, la squadra dove è cresciuto calcisticamente.

Adesso per Vasic, passaporto  bosniaco, italiano e serbo, la nuova sfida si chiama Palermo.
“Sicuramente stare a Palermo per un giovane come me è incredibile. Appena ho sentito che il Palermo mi voleva ho detto subito si, perché stare in una Società così ambiziosa può solo migliorarmi, farmi crescere e sognare. In campo faccio quello che mi chiedono e cercherò di dimostrare il mio valore. Mi avevano cercato altre squadre, ma il fatto che la Società crede in me, mi ha fatto decidere subito. Andelkovic mi ha aveva parlato di Palermo. A Padova, lui è stato molto importante per me, mi aveva messo sotto sua ala e mi parlava sempre bene della città. Questo è il mio primo anno in Serie B, per me è uno step in avanti. Sono venuto qui per sognare, per un giorno poter giocare in serie A e vorrei farlo con questa squadra. Sono qui perché hanno ambizioni, hanno voglia di fare le cose bene. Sono un ragazzo umile, che lavora e stare qui per me è la situazione perfetta.”

Inserimenti, gamba, gioco aereo e fisicità, sono alcune delle sue doti migliori. Nella passata stagione ha collezionato 37 presenze mettendo a segno 8 gol e 4 assist.
“Posso migliorare in tutto, do tutto per la maglia, lotto, corro e cerco di fare delle mie giocate, cercando sempre di dare il massimo. In serie C ho migliorato il mio aspetto fisico, questi tre anni a Padova mi hanno aiutato a prendere ritmo ed a giocare con i grandi. Essendo serbo mi sono sempre ispirato a Milinkovic-Savic come giocatore della Nazionale Serba. Di lui mi piace come usa il fisico e la qualità, fa sempre tanti gol, è sempre in area, sa costruire ed è completo. Io sono diverso, ma cerco di migliorare anche nelle piccole cose per diventare pure io un giocatore completo. Sono stato sempre un calciatore duttile, faccio sia la fase offensiva che quella difensiva.

Avendo avuto molti allenatori mi hanno fatto fare diversi ruoli ed ho imparato sia a difendere che ad attaccare. Lo scorso anno giocavo molto con gli inserimenti delle mezzali e mi sono trovato molto bene. Prima della Primavera giocavo da seconda punta, poi mi hanno spostato a centrocampo e preferisco fare la mezzala che ritengo sia il mio ruolo. In questi tre anni ho avuto diversi allenatori e questo mi ha fatto crescere. I paragoni con Jorginho e Tardelli mi fanno piacere. Era stato Mandorlini a paragonarmi a Jorginho perché lo aveva allenato, forse l’ha fatto perché mi ha tirato su come aveva fatto con lui ed in me vedeva qualcosa di simile. Sono giocatori che spero di poter un giorno emulare. Anche Mister Caneo mi ha permesso di crescere.

Palermo
“Sono felice e carico, quando parli di Palermo parli di storia e tante cose. Cercherò di dimostrarlo in allenamento e nelle partite. Non mi spaventa, voglio fare le cose bene come ho fatto sempre. Il Barbera l’ho visto da fuori perché sono stato in vacanza a Palermo. Il calore e la spinta che danno i tifosi è incredibile e non vedo l’ora di iniziare a giocare lì. Inizialmente verrò da solo, poi forse verrà mio fratello. Dei giocatori che ho trovato qui conoscevo Edoardo Soleri, è un ragazzo eccezionale, quando era a Padova avevamo un bel rapporto. I primi giorni al ritiro si lavora molto, mi sto integrando e mi trovo benissimo con i ragazzi. Sarà importante avere tanti tifosi al Barbera, ci daranno la carica per spingere di più in campo e a non mollare fino alla fine.

Esultanza e Nazionale
“Il mio soprannome è Alo che in serbo vuol dire “pronto”, per questo quando esulto faccio il gesto di rispondere al telefono. Spesso il percorso dei ragazzi non è tutto rose e fiori, da piccolo ero molto gracile e piccolo e ci soffrivo. E come dire alle persone che non inizialmente non credevano in me, non ero la prima scelta, che ho trasformato questa sofferenza in voglia di lavorare e credere in me stesso. Faccio questo giochino perché ho fatto sempre di testa mia, ho sempre ascoltato e lavorato per guadagnarmi di poter stare qui a 21 anni. Spero che giocare a Palermo mi aiuti a giocare in Nazionale. Aspetto quella Serba e spero un giorno mi possano chiamare.”