Alzi la mano chi, prima della partita di Parma, non avrebbe volentieri firmato per un pareggio. Eppure, ieri il Palermo è riuscito nell’impresa di scontentare tutti per un punto conquistato sul campo della capolista del campionato. In se per se il punto non è un risultato da cestinare, ma se andiamo ad analizzare lo sviluppo di tutti i 96 minuti l’amarezza che ne rimane è grandissima.

Un pareggio che, se da un lato permette di interrompere una serie negativa, dall’altro , al momento, serve a poco specialmente per il morale. Anzi, per come è giunto, può essere paragonato ad una sconfitta, sonora.

E di per se non allontana le preoccupazioni di una tifoseria ancora una volta encomiabile , viste le 1.700 presenze nel settore ospiti dello stadio ducale.

Presenze d’amore, di passione, di fiducia incondizionata verso la maglia, ma ancora una volta ferite e deluse dall’atteggiamento di una squadra ancora lontana parente di quella costruita in estate con programmi e propositi molto migliori rispetto a quelli di un risicato e anonimo ottavo posto in classifica.

A supporto, forniamo i numeri che, impietosi, non tradiscono mai.

24 tiri totali del Parma, di cui 7 nello specchio della porta, contro i 7 del Palermo, di cui 3 e tutti dentro lo specchio della porta difesa da Chichizola.

Possesso palla 70 per cento in favore del Parma. 10 corner a 0 in favore del Parma. Solo per il 13% del match, la compagine di Corini ha stazionato nella metà campo avversaria.

Numeri implacabili. Numeri che evidenziano, qualora ve ne fosse bisogno, che il Palermo, o almeno questo Palermo, ad oggi non è pronto per la promozione diretta e nemmeno per conquistare un buon piazzamento in classifica in vista dei playoff promozione.

I due gol di Brunori sono le uniche perle di un pomeriggio pieno di ombre, ma sono frutto non di giocate pensate e studiate, bensì di due lampi di genio e di classe della nostra punta.

Una partita pareggiata pur essendo in vantaggio di due gol a soli 5′ dalla fine, con una squadra, quella avversaria, ormai tramortita dal micidiale 1-3 firmato da Segre all’85’ e quindi, sulla carta, col morale sotto i tacchi.

Tutto questo unito al fatto che il Palermo ha conquistato una sola vittoria nelle ultime otto partite, che la crisi atletica e di gioco è sotto gli occhi di tutti fa si che ci sia ben poco da stare allegri. Anzi.

Il Palermo è vittima di blackout mentali e di attenzione, clamorosi. Proprio su questi deficit, a nostro parere, va a questo punto concentrata l’attenzione per la loro risoluzione, al di la della guida tecnica o del prossimo mercato di riparazione.

Perchè accade questo? Perchè nei cinque minuti di recupero è accaduto l’irreparabile? Prima su una palla non allontanata dai nostri al limite della propria area di rigore si è permesso a Mihaila di battere a rete quasi indisturbato, poi proprio ai titoli di coda, su una palla lenta, centrale, la palla della disperazione, lanciata in area con annesse preghiere, si è permesso a Charpentier di battere di testa a rete indisturbato, approfittando di una difesa mal piazzata e con la testa già agli spogliatoi.

Non si può non affermare che questo Palermo sia vittima di se stesso. Come se si fosse infilato in un tunnel buio con i suoi stessi piedi e non riuscisse a trovare la via d’uscita in tempi rapidi.

Intanto, il tempo passa e non gioca di certo a favore.

Chiamiamo in causa allora la Società. Auspichiamo, e lo ripetiamo da tempo, che la stessa prenda in mano le redini della situazione. Sia dal punto di vista gestionale, interno, sia della comunicazione con media e tifosi.

Ogni settimana assistiamo allo scarico di responsabilità verso un tecnico che avrà di certo le sue colpe ma che, diciamolo francamente, non può essere additato come l’unico responsabile della situazione.

Guardando alla classifica, di questi tempi, il Palermo lo scorso anno era soltanto un posto indietro e paradossalmente, pur non brillando pienamente per il suo gioco, non aveva mai disputato , ad eccezione di Terni, partite così imbarazzanti.

Continuiamo a ribadire che si è in tempo a modificare il “percorso” del campionato ma per farlo non occorre di certo un navigatore satellitare, piuttosto scelte ben precise e coraggiose. Altrimenti, assisteremo ad uno stillicidio che potrebbe rivelarsi altamente pericoloso per i risvolti in classifica.

Piazza e addetti ai lavori, fiduciosi che la società stia già lavorando per risolvere i problemi, attendiamo a breve, risposte ben precise.