Peccato. Si, peccato perchè mai come ieri il Palermo è andato vicino ad un risultato scacciacrisi che, oltre a portare innumerevoli vantaggi in classifica, avrebbe accresciuto autostima e morale in vista dell’ultimo match del girone d’andata.

Purtroppo, dispiace dirlo, la terribile leggerezza di Marconi ha vanificato tutto. La cosa che più dispiace è che un giocatore esperto come Ivan, preso da chissà quale raptus agonistico, non dovrebbe cadere in trappole del genere, quando ormai l’inerzia della partita era tutta a favore dei colori rosanero e la vittoria ad un passo.

Il pugnetto dato a Curto, al di la del fatto che il giocatore comasco abbia ingigantito l’evento crollando a terra come fulminato, oggi come oggi difficilmente passa inosservato alla sala Var. Prova ne sia che l’arbitro che aveva inizialmente giudicato ininfluente il contatto tra i due giocatori non aveva ritenuto sanzionabile di primo acchito l’intervento del centrale rosanero.

Inoltre, la conseguente espulsione del giocatore avrebbe potuto portare conseguenze letali visto che, con ancora 5 minuti da giocare, il Como ha pure sfiorato la rete di una vittoria, diciamolo francamente, che sarebbe stata immeritata.

Peccato, dicevamo. Si, perchè il Palermo ha giocato uno dei migliori primi tempi del torneo ed una ripresa che, sia pure con i soliti, immancabili 15 minuti di blackout iniziale, lo aveva visto caratterialmente ben presente sul terreno di gioco del Sinigaglia di Como.

Un Palermo corto in campo, pronto alle ripartenze, in evidente recupero atletico e mentale, ben messo finalmente sugli esterni dove Lund a sinistra ed Insigne a destra, finalmente ben coadiuvato alle spalle da Graves, hanno più volte messo a soqquadro la statica e irriconoscibile difesa lariana.

Bene anche il centrocampo, con un Gomes propositivo e con un Segre tuttofare. Corsa, ma tanta qualità e anche presenza sotto porta che ad oggi è già valsa la bellezza di 4 reti.

Tutto molto bello, o quasi. Perchè, come il miglior dottor Jekyll e mister Hyde, come già anticipato, il Palermo ha pensato bene di restare negli spogliatoi altri 15 minuti ad inizio ripresa, tanto quanto è bastato al Como, rivitalizzato dagli innesti di Chajia e Gabrielloni, di ribaltare in soli 10 minuti il risultato.

E qui sono venute fuori le pecche di una squadra che deve ancora lavorare e tanto per pretendere sogni di gloria. Uno spento Aurelio ha fatto rimpiangere Lund, lasciandosi sopraffare spesso e volentieri sulla fascia sinistra da uno scatenato Curto. La coppia di centrali ha racimolato in pochi minuti due ammonizioni che ne hanno condizionato tutta la ripresa per il timore di un’espulsione sempre aleggiante sulle loro teste. Il centrocampo si era come retratto, divenendo timoroso ed evanescente come nelle ultime partite. In più l’ingresso di Vasic e Di Mariano non aveva dato i risultato sperati.

Però stavolta la musica è cambiata. La squadra, scossa dal repentino uno-due lariano, non ha mollato, anzi ha ritrovato energie fisiche e mentali, grazie anche all’innesto di Leo Stulac che ha ridato ordine e geometrie alla linea mediana, ribaltando meritatamente il punteggio. Poi, l’ingenuità di Marconi e la conseguente rigidità nell’applicare alla lettera il regolamento da parte della sala Var, hanno messo punto ad una partita comunque bella e avvincente.

Immaginate il potere che avrebbe avuto la vittoria. Sia morale sia in classifica, portando i rosa a soli tre punti dal secondo posto alla vigilia di un impegno difficile come quello contro la Cremonese al Barbera martedì alle ore 18. In tre giornate, con le vittorie ormai in saccoccia di ieri ed a Parma, il Palermo avrebbe potuto annullare i risultati nefasti degli ultimi due mesi. Potere dei tre punti.

Detto questo, prendiamo per buoni i primi sintomi di risveglio che avrebbero meritato un premio anche dal punto di vista del risultato.

Incoraggia la ripresa degli esterni. In particolare, Insigne inizia finalmente a mettere sul campo le positive referenze che lo hanno accompagnato in rosa, Di Francesco sembra più integrato nei meccanismi della squadra. E questo, per il gioco desiderato da Corini che prevede gran lavoro per gli uomini di fascia, è vera e propria panacea.

Bene Graves, che sulla destra si è comportato come un veterano, autoritario e propositivo.

Cosa c’è da rivedere e migliorare, allora.

Sicuramente bisogna lavorare sulla risoluzione di questi blackout mentali che costituiscono zavorra alle ambizioni poiché impediscono quella continuità che in serie B fa classifica; recuperare solidità difensiva perchè se è vero che ieri mancavano i due titolari, Lucioni e Ceccaroni, non è che le prestazioni di entrambi fossero state ineccepibili nelle partite precedenti.

Crediamo sia importante intervenire sul mercato di gennaio per rinforzare la linea difensiva con l’innesto di un centrale di esperienza e di un terzino magari ambivalente che possa giocare sia a destra sia a sinistra in caso di necessità. Credo che questi interventi più di quelli negli altri due settori del campo siano necessari.

Adesso, un ultimo sforzo. Il Palermo deve tornare a vincere e convincere al Barbera. E la partita del 26 pomeriggio sembra giungere a fagiolo. Avversaria sarà la Cremonese dell’ex Vazquez. Una delle candidate alla promozione.

Un test verità, prima della pausa di due settimane del campionato. Li ci sarà la possibilità di tirare il fiato, recuperare gli infortunati, ritrovare una condizione atletica decente e , sopratutto, inserire in organico quei due-tre elementi che potrebbero dare una grossa mano nel girone di ritorno.

“ Vae victis”, guai ai vinti diceva il condottiero Brenno. Non è tempo di mollare ma di fare tesoro degli errori commessi, rimediare e ripartire. Le premesse ci sono tutte, ma non si deve indietreggiare.

Avanti Palermo.