Qualcuno fermi questo scempio. E’ finita com’era iniziata, con lo stadio, tutto, ad invitare il tecnico rosanero, Alessio Dionisi, a chiudere con il Palermo. La squadra continua a deludere i tifosi, che hanno risposto in modo plateale e rabbioso contro l’allenatore.
Un altro pareggio assai amaro, giunto contro un avversario che, come tanti altri, ha approfittato al meglio delle sbadataggini rosanero. Il risultato di oggi è assai preoccupante, ma, continuiamo a rimarcare, che ciò che più di tutto preoccupa è l’atteggiamento e l’assenza di un’identità di gioco.
Inutile negarlo, anche oggi si è aggiunto un altro capitolo in un rapporto logoro e giunto già da tempo al capolinea. Dionisi è confuso, sembra aver perso il controllo della situazione anche se, ad onor del vero, è da Agosto che questa squadra, pur cambiando moduli ed interpreti, dimostra di non avere una benchè minima traccia e idea di gioco. Anche oggi l’undici titolare non ha convinto. Se a questo si aggiunge la gestione dei cambi, ancora una volta assai discutibile, il quadro è bello e pronto.
Un cambio modulo, l’ennesimo, che ha rivoltato la linea mediana rosanero ( stavolta è toccato a Verre giocare come trequartista ) dove appare sempre più evidente la mancanza di un play che gestisca i tempi di gioco e gli inserimenti e la “solita” mancanza di tranquillità che oramai si è impadronita di gran parte della squadra, degli esterni Lund e Diakitè in particolare. Assai imprecisi e poco reattivi.
E pensare che, dopo un avvio traumatico, con il Mantova, anche questa una squadra di modesti mestieranti della serie B, nettamente inferiore tecnicamente, la compagine rosanero era riuscita a mettere le cose a posto grazie al gran gol di Verre con un tiro dal limite, su assist di Pohjanpalo.
Il più era fatto e quando ci si aspettava che nella ripresa si mettesse al sicuro il risultato, ecco belli e serviti dieci minuti di autolesionismo puro che hanno permesso a Mensah prima ( Ceccaroni dov’eri) ed a Brignani, solo soletto a pochi passi da Audero, di ribaltare il risultato. Roba da stropicciarsi gli occhi, ma non per le performances dei nostri giocatori.
Dopo il 2-2 di Pohjanpalo su rigore che aveva aperto il cuore alla speranza di ribaltare il punteggio, ecco immediata la topica dell’arbitro Galipò, disastroso dal primo al novantacinquesimo, che con l’espulsione di Ceccaroni, letteralmente inventata, ha come incanalato la partita verso il pareggio. La ciliegina sulla torta è poi stata collocata dal tecnico rosanero che, con la fantascientifica sostituzione Pohjanpalo-Vasic, oltre ad attirarsi le ire dei presenti sugli spalti, ha come di fatto accettato il 2-2 come risultato finale nonostante l’inerzia della partita fosse tornata a pendere dalla parte rosanero.
La gente, ormai giunta al colmo della pazienza, chiede a gran voce la testa di Dionisi che, da par suo, non sembra far nulla per cercare di dare un briciolo di normalità ad una squadra in rottura mentale prolungata.
Nella ripresa, “more solito” è entrato in campo un Palermo contratto, impaurito, in tensione, preda delle proprie insicurezze.
I playoff diventano un obiettivo sempre più lontano, bisogna guardarsi le spalle perchè conosciamo bene la serie B. Un campionato che non guarda in faccia niente e nessuno. Che si conquistino al più presto i punti necessari per la salvezza, ma chiediamo, per l’ennesima volta, all’unisono con tutta la piazza, una doverosa riflessione sulla guida tecnica.
Che si faccia però in fretta perchè, come disse il latino Tito Livio, “dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”.
E noi non vogliamo fare la fine di Sagunto.
Le pagelle
PALERMO (3-4-1-2): Audero 6; Baniya 5, Magnani 6, Ceccaroni 4; Diakité 4, Blin 6 (dal 38′ s.t. Segre s.v.), Ranocchia 6, Lund 4 (dal 15′ s.t. Pierozzi 6); Verre 6,5 (dal 15′ s.t. Le Douaron 6,5), Brunori 5; Pohjanpalo 7 (dal 38′ s.t. Vasic s.v.).
MANTOVA (3-5-2): Festa 6; Solini 6 (dal 43′ s.t. Bani s.v.), Brignani 7, De Maio 5; Radaelli 6 (dal 30′ s.t. Maggioni s.v.), Artioli 6,5 (dal 30′ s.t. Ruocco s.v.), Trimboli 6, Burrai 5 (dal 43′ s.t. Wieser s.v.), Giordano 6,5; Mancuso 6, Mensah 7,5 (dal 17′ s.t. Debenedetti 5).