E’ stata una notte insonne, crudele.

L’epilogo, amaro, assurdo, calcisticamente tragico della partita di ieri sera giocata al Barbera contro la Cremonese, è l’ultimo anello di una stagione fallimentare.

Diciamolo francamente, senza troppi giri di parole. Il Palermo non gioca a calcio. E non lo fa da una stagione intera. Recita a soggetto, improvvisa, commette errori da principiante sia da parte dei giocatori sia, cosa ancora più grave, dal punto di vista tecnico.

Quelle pochissime volte che è riuscito a giocare al calcio, ha anche segnato, vinto qualche partita, ma nulla più. Con il caos e l’improvvisazione non si vincono i campionati. I campionati si vincono con le idee, con un gruppo solido, con attenzione, senza cali di tensione, con scelte tecniche logiche ed oculate.

Persino le squadre che stanno sotto ai rosanero, non quelle che li precedono si badi bene, dimostrano di avere un gioco, con interpreti più o meno validi per carità, ma almeno danno un senso alle loro azioni.

Pur nei loro limiti, mettono in campo un minimo di intelligenza tattica che permette loro di concludere a rete.

Il Palermo no. Con l’aggravante che stavolta è riuscito nella clamorosa impresa di “beccare” tre reti nel giro di soli 15 minuti quando la partita aveva imboccato la piacevole brezza di un doppio vantaggio ad onor del vero assolutamente immeritato.

Mai come in questa stagione, quasi tutti i portieri avversari sono usciti dal Barbera senza sporcarsi i guantoni. Ieri è toccato all’ ex rosanero Fulignati.

E dopo la rabbia, dopo l’incredulità, scatta una reazione di sgomento, quasi di rassegnazione che ti lascia senza parole e avvilito.

Il secondo tempo di ieri sera, in particolare gli ultimi venti minuti, è stato l’apoteosi del caos, dell’improvvisazione, del crollo atletico e mentale.

Il rigore del 2a0 per qualsiasi squadra avrebbe messo un bel punto su una partita incredibilmente vinta, avrebbe clamorosamente riaperto il campionato in ottica quarto posto. Ma il calcio si sa non è una scienza esatta e la conquista di tre punti assolutamente immeritati sarebbe stata tanta roba, l’ennesimo tram del destino che il Palermo ha rifiutato di prendere. Il Palermo di quest’ anno non può ricevere questi regali e proprio quando ha preso coscienza che il risultato non era meritato, complici scelte scellerate ed incomprensibili del tecnico che da par suo meriterebbe l’esautoramento immediato, la squadra ha posto rimedio consegnando in soli 15 minuti, il match agli avversari.

Era una partita fondamentale per le ambizioni playoff rosanero, un bivio importantissimo e, per l’ennesima volta si è toppato.Il Palermo ha tradito i suoi tifosi.

Adesso cosa resta. Nulla o quasi.

A cosa serve guardare la classifica, parlare di playoff e di speranze se poi ciclicamente questa squadra fallisce la prova del nove, principalmente dal punto di vista caratteriale e con essa, si deve pure guardare da un allenatore ormai in confusione da mesi e che sembra aver perso irrimediabilmente il bandolo della matassa. Anzi, forse non lo ha mai trovato sin da agosto dello scorso anno.

E allora siamo franchi. Iniziamo a pensare al futuro poiché il prossimo anno non si potrà fallire e non saranno ammessi errori.

Che si inizi a lavorare da ora per un Palermo più forte e invincibile.

Per il presente, ultime otto partite, si vedrà giornata dopo giornata, senza illusioni e prendendo quello che passa il convento.

Il dado, oramai, è tratto.

Le pagelle.

PALERMO (3-4-2-1): Audero 6; Baniya 5, Magnani 5, Ceccaroni 6 (dal 34′ s.t. Vasic s.v.); Diakité 4 (dal 47′ s.t. Lund s.v.), Blin 5, Gomes 7 (dal 34′ s.t. Segre s.v.), Di Francesco 5; Verre 5 (dal 34′ s.t. Ranocchia s.v.), Brunori 6,5 (dal 47′ s.t. Le Douaron s.v.); Pohjanpalo 6. 

CREMONESE (3-4-2-1): Fulignati 6; Ceccherini 6 (dal 40′ s.t. Antov s.v.), Ravanelli 6, Bianchetti 6; Barbieri 5 (dal 34′ s.t. Zanimacchia 6,5), Pickel 7, Castagnetti 6 (dal 40′ s.t. Collocolo 7), Azzi 7; Johnsen 6,5, Vandeputte 5 (dal 27′ s.t. Valoti 6,5); De Luca 5 (dal 27′ s.t. Nasti s.v.).