Imparare la millenaria arte della pasticceria siciliana, dando in mano I suoi segreti a 60 uomini e donne detenute, su 120 selezionati, coordinati da Salvatore Cappello, un marchio che richiama a un mondo pieno di dolcezza.
E’ stato presentato mercoledì 12 giugno, nel teatro della C.C. “Pagliarelli – Antonio Lorusso”, il progetto “SPRIGIONIAMO SAPORI”, finanziato dal Dipartimento Regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali nell’ambito dell’ Avviso 10/2016.
Un percorso – gestito dall’associazione “I.D.EA.”, presieduta da Fabrizio Fascella, in partenariato con l’associazione “Orizzonti Onlus” e la Pasticceria Cappello, con la fattiva collaborazione del “Pagliarelli” che, attraverso varie attività (orientamento, formazione, laboratori e tirocini), favorirà l’inclusione sociale e lavorativa dei detenuti.
«Il nostro progetto – spiega la dott.ssa Aurelia Graná, direttore di progetto – prevede un corso di formazione lungo di 600 ore per 8 donne che potranno acquisire una formazione spendibile a livello europeo, sempre grazie al maestro Cappello. Quattro, poi, saranno i corsi brevi “deducati”, pensati per insegnare ai detenuti altrettanti dolci tipicamente siciliani – il cannolo, la pupa di zucchero, il torrone e la pasta reale – che poche pasticcerie sanno fare come una volta. Speriamo così di fare loro l’occasione di diventare esperti e potere spendere competenze uniche. Ci saranno, poi, 24 borse di tirocinio che, in parte si faranno dentro il carcere come impresa simulata, in parte fuori, attraverso alcune associazioni di categoria del settore della pasticceria, per immetterli più velocemente possibile nel mondo del lavoro».
Il successo potrebbe essere dietro la porta solo solo in virtù del fatto che é veramente difficile, in una terra come la nostra, resistere alle bontà della nostra pasticceria, a quel tripudio di dolcezza capace di sprigionare i sapori e i profumi della tradizione siciliana. “Peccati di gola” che diventano miracoli di rinascita a nuova vita.