Di differenze di sesso e genere nelle neuroscienze si è recentemente parlato a Milano in occasione di un convegno che ha posto l’attenzione sulla necessità di approfondire la conoscenza delle differenze tra uomini e donne per migliorare le cure e la ricerca.

All’iniziativa, promossa da SIMeGeN (Società Italiana di Medicina di Genere nelle Neuroscienze) e Donne in neuroscienze, con la collaborazione del Consiglio Regionale, hanno partecipato diversi esperti che hanno sottolineato l’importanza di proseguire sul percorso innovativo della diffusione delle terapie di genere.

« Un tema molto complesso – ha detto la vice-presidente del Consiglio Regionale lombardo, Francesca Brianza, sottolineando l’importanza di ospitare nella sede del Consiglio Regionale il primo convegno dedicato alle malattie neurologiche che colpiscono prevalentemente le donne -, ma che oggi viene affrontato da un punto di vista oserei dire rivoluzionario. Nel corso degli ultimi decenni il progresso scientifico e la continua ricerca hanno, infatti, permesso di affrontare numerose patologie da un punto di vista innovativo, tenendo conto delle differenze di sesso e di genere, contemplando anche le diverse esperienze psicologiche, culturali e relazionali di ciascun individuo».

Obiettivo dell’incontro è stato quello di focalizzare l’attenzione della comunità scientifica sullo studio e la divulgazione della medicina di genere, perseguendo un miglioramento degli standard di qualità professionale nella prevenzione, la diagnosi e la cura delle patologie neurologiche. Tutto gli interventi, quindi, si sono concentrati sulle influenze biologiche, determinanti nella comparsa e nell’evoluzione di alcune malattie (cefalee, ictus cerebrali, sclerosi multipla, Parkinson) così come sulla necessità di conoscere le differenze tra uomini e donne per delineare programmi e azioni sanitarie, al fine di organizzare l’offerta dei servizi e indirizzare la ricerca.

«Ancora oggi diamo per scontato che uomo e donna si possano curare allo stesso modo – ha sottolineato il presidente nazionale SIMeGeN, la dott.ssa Marina Rizzo –. ma così non è. Basti pensare all’influenza ormonale che può condizionare non solo le manifestazioni cliniche ma anche la risposta dei farmaci. Sempre su questo tema, mentre l’uomo ha una sua stabilità dall’adolescenza fino circa ai 70 anni, dall’età fertile alla gravidanza, sino alla menopausa la donna è soggetta a importanti modifiche ormonali. Alla luce di queste evidenze, l’osservazione e lo studio delle differenze tra uomo e donna deve essere tenuto ben presente nella prescrizione delle terapie. La ricerca scientifica purtroppo, di solito non si occupa di studiare i dati degli uomini e delle donne in modo disaggregato, pertanto è difficile capire se e quali differenze emergono nell’analisi della popolazione maschile e della popolazione femminile. Come SIMeGeN, vogliamo contribuire a modificare questa tendenza, sia per quanto riguarda la ricerca che nei percorsi di cura di uomo e donna, per personalizzare e migliorare l’efficacia delle terapie. Importante è stata la sinergia nata con il Consiglio della Regione Lombardia, che presagisce collaborazioni future».

Una giornata di lavori veramente intensa e partecipata non solo dagli addetti ai lavori.

«Il compito delle Istituzioni – ha concluso la Brianza – deve essere quello di attuare politiche che assicurino, a tutti, le migliori opportunità e le migliori cure mediche, tenendo conto delle diversità e delle peculiarità di ogni singolo paziente. Auspico che questo primo incontro sia l’inizio di una proficua collaborazione che porti al conseguimento di risultati sempre maggiori».

Tante le associazioni che hanno patrocinato l’evento, tra cui SNO (Scienze Neurologiche Ospedaliere), la SIN (Società Italiana di Neurologia), l’associazione “Donne Medico” di Milano, la Fondazione “Giancarlo Pallavicini” e il Polo Neurologico Brianteo.

 

 

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