(di Roberto Greco)

Nell’elenco dei big partecipanti alla 70° edizione del Festival di Sanremo, tra nomi noti e meno noti, tra vincitori di talent e ereditiere di lusso, ce ne è uno il cui nome assomiglia ai titoli dei film della Pixar. Lungo, verboso e provocatorio. Si tratta dei Pinguini tattici nucleari, una band che viene dal profondo nord.

Alle spalle del nome, però, dietro c’è un progetto musicale serissimo, significativo manifesto di ciò che sta agitando la musica italiana, quando diventa più importante utilizzare un nuovo modo di raccontare se stessi o addirittura un nuovo linguaggio che è riuscito, nel silenzio del mainstream, a diventare mainstream. I “pinguini” sono Riccardo Zanotti, Nicola Buttafuoco, Elio Biffi, Lorenzo Pasini, Simone Pagani e Matteo Locati e vengono da Bergamo. “Il nome è nato quasi per caso, quando eravamo ancora adolescenti, agli inizi. Ci sembrava accattivante, e col tempo ci siamo affezionati. In diversi lo amano, altri dicono che non è un bel nome, per noi è un po’ come un indirizzo email di quelli imbarazzanti che si creano a 14 anni. Gli vuoi tanto bene e non lo cambi, per amore, e anche un po’ per ricordarti da dove vieni” hanno dichiarato lo scorso mese di aprile all’Agi.

Iniziano nel 2012 come band Death Metal ma nel 2014, quando esce il loro primo album, “Il Re è Nudo”, scopriamo che hanno cambiato registro e questo gli permette di entrare, a pieno titolo, nella novera dei (pochi) gruppi indie italiani. Nel 2016 esce Diamo un calcio all’aldilà e nel 2017 Gioventù bruciata. La loro musica indie si è distinta fin da subito per il ricorso frequente a temi come il fallimento, il disagioe la sconfitta. Forti di un primo successo, nel 2019 pubblicano un nuovo singolo, Verdura, che anticipa l’album Fuori dall’hype, prodotto da Fabrizio Ferraguzzo, già al lavoro con Fedez e i Maneskin.

Dopo aver annunciato la loro prima tournée nei palazzetti italiani, qualche giorno fa i Pinguini sono stati ufficializzati da Sanremo tra i protagonisti sul palco dell’Ariston del 70° Festival. Sempre nel corso della stessa, già citata, intervista hanno dichiarato, rispetto al loro futuro.”Ci poniamo degli obiettivi ogni giorno, è una cosa giusta da fare. Tra dieci anni speriamo di essere i Coldplay. O i Pooh”.

 

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