Sono uno accanto all’altro come due grandi amici, quello che sono stati nella vita fino al loro ultimo momento. Sono rappresentati così il sindacalista e il compagno di partito che gli faceva da autista, Pio La Torre e Rosario Di Salvo nell’opera dell’artista Mauro Giuntini inaugurata ieri al “Giardino Di Salvo” in via Nazario Sauro. Un fiume di ragazzi ieri alla cerimonia di inaugurazione. Tutte e 13 le scuole palermitane, una anche da Sant’Agata di Militello, hanno aderito al progetto e partecipato alla raccolta fondi nazionale per la realizzazione della statua che tutti, passeggiando per quel giardino e percorrendo viale Regione Siciliana, da ora in poi potranno ammirare. Un modo per non dimenticare due uomini che hanno sacrificato la loro vita per combattere la mafia. E dopo 35 anni di quel doloroso 30 aprile, sono ora i ragazzi, le nuove generazioni, frutto del cambiamento a ricordare e imprimere nella memoria il coraggio di grandi uomini come loro. A togliere via il telo dalla statua, alta due metri realizzata in inox lucido su un basamento di mattoni rossi, è stato il sindaco Leoluca Orlando. Con lui tanti esponenti delle istituzioni: Giuseppe Lupo e Alice Anselmo deputati all’Ars, l’assessore comunale Giusto Catania,il presidente del consiglio comunale Totò Orlando, i presidenti delle quarta, quinta e sesta circoscrizione, il presidente del Centro Pio La Torre Vito Lo Monaco, Sergio Infuso e Pino Apprendi che hanno promosso il progetto e anche Tiziana e Sabrina, le due figlie di Rosario Di Salvo: “Grazie a tutti voi – rivolte agli studenti hanno detto – perché le lotte dei grandi uomini non vanno dimenticate, ma non vanno dimenticate nemmeno le persone comuni che nel silenzio decidono di sacrificare la loro vita per un ideale”. Il sindaco ha sottolineato il recupero dell’area verde, dove è stata installata la statua commemorativa, che da discarica a cielo aperto è diventato il giardino della memoria. “A questi due uomini dobbiamo tanto – ha detto il sindaco – Se adesso possiamo colpire i clan mafiosi nei loro patrimoni lo dobbiamo a Pio La Torre che ha voluto una legge che permettesse allo Stato di confiscare i beni alla mafia. La nostra terra è stata liberata dal governo mafioso”. Non a caso le due sagome commemorative sono state volute dall’artista Giuntini in inox lucido dove è possibile specchiarsi. “Guardando la statua sarà possibile vedere la propria immagine – spiega l’artista – come se le nostre vite potessero riflettersi in quelle di La Torre e Di Salvo”.