(di Giuseppe Messina)
Antonino Cardinale, ex centrocampista del Palermo, dove ha militato tra il 1995 e il 1998, disputando complessivamente 33 partite e segnando 2 gol, è stato intervistato in esclusiva per TuttoPalermo.net dal direttore Rosario Carraffa, nel corso del programma in radiovisione “Today Sport” su RTA, parlando di diversi argomenti.
Cosa pensi di questo Palermo, ripartito dalla D e che è stato costruito per tornare in C?
“Il Palermo. dopo un anno di purgatorio, sembra rivedere la luce in fondo al tunnel. Con tutte le riforme di cui si sente parlare, non si capisce bene in che campionato giocherà. In caso mi piacerebbe vedere i rosanero nella B a 40 squadre. Comunque sia speriamo sia l’inizio di una cavalcata che riporti il Palermo nelle categorie importanti, dove merita di stare. Palermo non merita di stare ne in B ne in C, figurarsi in D, ma una piazza ampiamente da serie A. A mio modo di vedere è addirittura una piazza europea. Chiaro che per fare questo c’è bisogno di imprenditori-tifosi. Capisco che con la crisi della pandemia Covid non sarà semplice, ma è qualcosa che ci auguriamo noi palermitani, qualcuno che investa sulla squadra e sulla città, dove ci sono i presupposti per fare bene”.
Quale sarà il futuro dei rosanero? Pensi che questa società potrà portare il Palermo in A o servirà qualcos’altro?
“Penso servirà qualcos’altro. Poi da quello che leggo ultimamente su Mirri e Di Piazza sembra che ci sia qualche frizione tra loro, ma è chiaro che non essendo all’interno della società non posso sapere tutto quello che succede. Da fuori, mi auguro possano trovare soci e sponsor che possano investire nella squadra, per far si che il Palermo possa essere una bella realtà del calcio italiano”.
La Serie A, come la Coppa Italia e le coppe europee, riprenderà a breve. Cosa ne pensi, soprattutto dopo lo stop per questa emergenza Coronavirus?
“Giusto che si riparta, visto che siamo in una situazione più tranquilla rispetto all’inizio della pandemia. Il calcio e lo sport in generale sono vita, ti può aiutare a superare questi momenti drammatici. Naturalmente quello che è successo mi auguro non venga dimenticato, perché le vittime ci sono state e delle zone sono state colpite pesantemente. Sappiamo come va in Italia, delle volte ci si dimentica presto quanto di brutto è successo: spero non sia così”.
In questa ripresa, con tante partite in una settimana, la Juventus può essere favorita sulla Lazio in virtù della propria ‘panchina lunga’?
“Si, alla lunga Juventus può essere favorita, visto l’organico che si ritrova: Sarri ha l’imbarazzo della scelta. Per cui sulla carta è così, ma la Lazio non ha nulla da perdere, sta disputando un campionato eccezionale ed ha grandissima qualità. Divertendosi possono dire la loro fino alla fine del torneo”.
I tifosi ci chiedono: quale è il ricordo più bello dei tuoi anni in rosanero?
“Potrei dire tutto. Per un palermitano giocare a Palermo penso che sia il massimo. Tutti vorrebbero giocare con quella casacca alla ‘Favorita’ davanti ai propri tifosi: giocai davanti ai miei genitori, alla mia ragazza che divenne mia moglie dopo, e anche mio figlio perché l’anno che giocai a Palermo, mia moglie era incinta di mio figlio Salvo. Chiaramente per come finì la stagione, retrocedendo in C2, l’amarezza fu più che doppia; viverla in prima persona non fu semplice, perché avrei voluto lasciare personalmente un ricordo diverso ai tifosi. Poi sappiamo come è andata: sono stato ceduto alla Lucchese prima e alla Salernitana poi per problemi finanziari. All’epoca il presidente Ferrara era un padre di famiglia, ma per problemi economici fece quella mossa per iscriversi. Per cui c’è il rammarico di non aver dimostrato tutto il mio valore, cosa che ho fatto altrove. Però è andata così: ho intrapreso un’altra strada, anche se a 44 anni gioco ancora in Eccellenza, facendo l’istruttore e l’allenatore. Mi auguro di entrare un giorno in questa veste nel Palermo. Non sappiamo che succederà, ma faccio un grande in bocca al lupo al Palermo per un prosieguo roseo”.