Moris Carrozzieri, ex difensore del Palermo con 24 presenze in Serie A e 2 in Coppa Italia tra il 2008 ed il 2011 è stato intervistato in esclusiva da TuttoPalermo.net, dove ha parlato di diversi argomenti.
Che effetto ti fa vedere il Palermo giocare in Serie C, dopo tanti anni gloriosi?
“E’ un effetto non bello. L’importante è che il Palermo sia tornato tra i professionisti. Gli anni miei erano quelli d’oro, quelli belli. Vedere un Palermo in Serie C dispiace ovviamente. Speriamo che ci sia un progetto per riportare il più velocemente possibile il Palermo in Serie A”.
Cosa pensi della squadra rosanero che si trova nella zona play-off del girone C?
“La squadra ha avuto un inizio di alti e bassi, adesso sta facendo bene. Non è una squadra allestita da poter vincere il campionato. La città merita una squadra che in C deve vincere subito. Capisco però la situazione societaria, non c’è un imprenditore e un presidente come Zamparini dei miei tempi, è una società che ha un progetto che lo vuole costruire pian piano. Ternana e Bari hanno qualcosa in più del Palermo e puntano al primo posto. La speranza è l’ultima a morire. Mai dire mai nel calcio… L’importante è fare i play-off e dare il massimo in campo, solo così si può sperare di raggiungere qualcosa di importante”.
Il tuo soprannome era “Il Carro”, chi è stato il primo a chiamarti così?
“Deriva dal mio cognome Carrozzieri, dove hanno abbreviato in Carro. Il primo è stato Cristiano Doni alla Sampdoria a chiamarmi così”.
Che ricordi porti nel cuore della tua avventura con la casacca rosanero?
“Innanzitutto porto nel cuore Palermo, la città, i tifosi, la gente… Sono rimasto in contatto con tanta gente di Palermo. Mi hanno accolto e mi avete accolto sia da giocatore che da persona extra calcio come un figlio. Sento il legame con il Palermo. Per l’avventura calcistica porto nel cuore la finale di Coppa Italia persa purtroppo contro l’Inter, poi la partita quella più bella la vittoria per 3-1 contro il Milan in casa e la vittoria a Torino contro la Juventus per 1-0. Sono stati anni indimenticabili per me. Tra tutte le squadre con cui ho giocato quella che mi è rimasta più nel cuore è Palermo”.
Parlando di Serie A quest’anno sembra essere un campionato più equilibrato per la lotta allo scudetto, quali saranno per te le squadre che lotteranno fino alla fine per il titolo di Campione d’Italia?
“Diciamo che è un pò più equilibrato, anche se per me negli ultimi 3/4 anni il livello è sceso tantissimo. Se vedo le squadre attuali e penso al mio Palermo, potevamo a quest’ora lottare per lo scudetto senza nessun dubbio. Come rosa per me la squadra più completa e competitiva è la Juventus. Il calcio è fatto però di episodi e di fortuna. Il Milan con Ibrahimovic ha trovato un suo equilibrio. L’Inter è una squadra che è uscita dalla Champions, si può dedicare al campionato, ha grandi giocatori e c’è per la lotta allo scudetto. Alla fine sono sempre Juventus, Inter e Milan. Dispiace non vedere il mio Palermo. Vedere il Sassuolo quarto o quinto e vedere il Benevento nella parte sinistra della classifica e non vedere il Palermo, non è una bella cosa. Non c’è nessuna squadra siciliana in Serie A, dispiace anche questo. Non vedere il Catania non dispiace (ride ndr.). Ripeto che con quel Palermo dei miei tempi, giocavamo per lo scudetto a mani basse”.
Cosa vuole fare Moris da grande?
“Ho 40 anni ed adesso dopo aver fatto il direttore nel mondo del calcio, non mi ritrovo più. Non è il calcio che ho vissuto da bambino e da calciatore. Io sono abituato in un calcio onesto e pulito, dove nessuno mi ha mai aiutato, anche quando sono caduto mi sono rialzato con le mie forze. Anche le società non sono più quelle di una volta. Io gestisco ristoranti e bar a San Benedetto del Tronto, ma faccio anche il consulente di mercato quando qualcuno mi chiama. Sto bene così. Adesso mi è arrivata una bimba da 6 mesi e sono felicissimo e vado avanti così. Spero di tornare presto a Palermo per vedere una partita e per abbracciare tutti”.